Il volto dell’Osteopatia in Italia: arriva il primo censimento degli studenti delle scuole

Il mondo dell’Osteopatia italiana è un mondo in espansione, eppure nel dibattito pubblico resta un oggetto misterioso. Nonostante un ricorso sempre più massiccio all’intervento degli osteopati che, secondo una stima, riguarda ormai 10 milioni di persone in tutto il paese, l’interesse non si è mai rivolto finora sugli studenti in osteopatia, per descriverne le caratteristiche socio-demografiche, la distribuzione geografica, lo stato di salute, l’istruzione e le aspettative. Un vuoto che si può parzialmente ritenere colmato con la pubblicazione di un censimento in cui sono messi al centro proprio questi aspetti, e a cui l’AISO ha contribuito in modo determinante. Per scaricare la pubblicazione clicca qui >> https://doi.org/10.1371/journal.pone.0247405.
Si tratta di un approfondimento che una realtà sociale in crescita meritava, per acquisire maggiore consapevolezza e – perché no? – ricavarne un po’ di quella conoscenza utile a delineare un futuro per sé nell’ambito di un sistema sanitario capace di avvalersi di nuove professionalità.
Lo studio ha visto la luce dopo una gestazione cominciata all’inizio del 2019, con il coinvolgimento di quegli istituti di formazione osteopatica capaci di soddisfare i requisiti richiesti per risultare idonei a entrare nel campione: gli standard formativi condivisi in Europa tramite la norma CEN EN 16686. Successivamente, agli studenti delle 22 scuole che hanno accettato di collaborare, delle 49 incluse, è stato distribuito un questionario in 33 domande. Il lavoro di compilazione eseguito da settembre 2019 a gennaio 2020 ha posto le basi per la raccolta di dati di cui la ricerca si avvale.
Dei 4720 allievi a cui le domande sono state sottoposte, hanno risposto in 3762 (con un tasso di risposta pari al 53,7%), il 54% dei quali uomini dall’età media di 26 anni circa; numeri che esprimono già importanti informazioni per la profilazione dei professionisti nel campo osteopatico. A ciò, il sondaggio ha permesso di aggiungere notizie quali la provenienza quasi esclusiva dall’Italia (97,2%) del campione analizzato e uno stato di salute in prevalenza ripartito tra buono (49,5%) ed eccellente (38,6%). Indicativo anche, rispetto allo specifico percorso formativo prescelto – e quindi alle aspettative sulla formazione intrapresa –, è che tra le due componenti dell’offerta scolastica attuale si sia riscontrato un buon equilibrio: il 46,6% sceglie l’insegnamento osteopatico fin dal termine delle scuole superiori (T1), mentre il 53,4% approda allo studio dell’Osteopatia dopo la laurea (T2). Anche la distribuzione dei dati analizzati tra i vari anni di corso è molto bilanciata; il numero degli studenti esaminati per anno di corso è relativamente simile, permettendo di avere un confronto omogeneo dal primo all’ultimo anno e quindi di analizzare nel dettaglio l’intera durata del corso.
Si tratta di risultati che non sono solo cifre ma, a loro modo, un’esperienza e un assaggio del futuro: nelle scuole si leggono oggi le linee secondo cui si evolverà la figura dell’osteopata domani. Le scuole anticipano un panorama, e per di più lo rivelano nella sua concretezza fatta di persone in formazione. Sono quel luogo di passaggio obbligato e crescita umana ed educativa che forma la misura delle attese senza oscurare i dati di partenza su cui quelle aspettative si innestano. Qui sta la testimonianza della loro centralità, e qui si illustra anche il valore del loro coinvolgimento in tutto ciò che riguarda la definizione del futuro della professione osteopatica. L’AISO, che rappresenta la maggior parte di questo mondo della formazione in Italia, non può che continuare a dare il suo apporto in questo senso.

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